LA COMPLESSITA'

Cosa si intende nello specifico con il vocabolo "complessità" nel contesto organizzativo? Come dice Jacques Melese, un analista di sistemi francese, “…la Complessità non è quel male oscuro che la bella razionalità francese bracca nel nome della chiarezza, dell’omogeneità e dell’Universalismo. Al contrario, è il riconoscimento della ricchezza e della diversità delle organizzazioni di ogni dimensione e natura…” .La complessità è quindi l'insieme delle diversità che nell'organizzazione vivono. Secondo me c'è un di più organizzativo che deve essere riconosciuto per essere gestito.

È complesso un sistema organizzativo (ma anche un oggetto/concetto/evento o situazione) di cui non riusciamo a descrivere in modo univoco i contenuti specifici e le relazioni che legano gli elementi che lo compongono e di questo se ne ha percezione. Nell’ottica dinamica un sistema organizzativo si definisce complesso in riferimento alla difficoltà di prevedere gli stati che esso può assumere in relazione al verificarsi di determinati eventi.

La complessità attribuita ad un oggetto cognitivo è funzione dell’indeterminatezza, del senso che qualcosa sfugga che viene percepito quando lo si trova di fronte e alle proprietà specifiche dell’oggetto in quanto tale, siano esse materiali che immateriali.

Dal punto di vista del management può essere considerata complessa l’organizzazione caratterizzata da eventi e situazioni imprevedibili rispetto ai tentativi di governarla.

Vi possono essere degli elementi di oggettiva complessità (dimensione hard dell’organizzazione) che incidono fortemente sullo spazio esperienziale dell’agente e hanno una loro autonomia essendo connessi alla natura stessa dell’organizzazione ma non si può disconoscere il fatto che la dimensione soft, quella legata alle capacità di comprensione della propria organizzazione e delle dinamiche che la caratterizzano, è altrettanto importante nella definizione di un sistema organizzativo complesso.

In realtà è difficile rappresentare cognitivamente la complessità, per questa ragione il management tende a semplificarla per poterla padroneggiare. Nello sforzo di ridurre la complessità perde i pezzi e si crea l'illusione di governare l'organizzazione quando invece ne gestisce solo una parte. "The Human condition is small brain, big problems" (C.E. Lindblom, 1977) e la complessità organizzativa può essere padroneggiata solo attraverso la creazione di una intelligenza collettiva che sia in grado di definire l'oggetto "sistema organizzativo" il più possibile rappresentativo di ciò che esso è, dal punto di vista ontologico, rendendolo in questo modo managerializzabile.

RECENSIONE DI LUCIANA D'AMBROSIO MARRI
in Panorama Risorser Umane 18 aprile 2019



La coevoluzione è definita nel testo come uno sforzo che l'organizzazione deve mettere in atto per adattarsi in modo costruttivo all'ambiente. Per farlo deve raccogliere quattro sfide: il cambiamento continuo, un nuovo rapporto con il mercato, la produzione di una intelligenza collettiva, la leadership.
L'azienda dotata delle caratteristiche sintetizzate dall'acronimo S.M.A.R.T. (e qui celate: leggere il libro per scoprire di che si tratta) potrà dirsi realmente coevolutiva.
Detta così sembra quasi facilmente fattibile, ma di certo così non lo è. Infatti bandera ragiona - e aiuta a ragionare - sul rapporto tra le imprese e l'ambiente di scenario esterno, tra metodi di analisi organizzativa e declinazioni di approccio strategico, in ottica (ovviamente) coevolutiva per identificare forze motrici che aiutano a superare le resistenze, e a passare dalla teoria prima all'azione poi, secondo il processo brain first, then action. E' in questa prospettiva che il libro, diviso in due parti, è strutturato in vari capitoli molto articolati, ognuno dei quali si chiude con una parte intitolata Question time, dove simbolicamente l'autrice risponde alle Buone Domande per Buone Risposte poste all'inizio del capitolo stesso, a proposito del percorso di lettura-ragionamento approfondito in cui la studiosa conduce chi legge. Inoltre si segnala che nella parte introduttiva del testo è presente una Overview che descrive la sequenza dei capitoli e narra sinteticamente gli argomenti di ciascuno, in modo da introdurre alla logica del libro e ai suoi peculiari contenuti.
Il lavoro di Bandera non è una guida di management da 50 minuti di lettura: è un lavoro copioso e profondo di sociologia dell'impresa, perchè le sfide del management non possono essere guidate in modo sbrigativo da una lettura usa e getta, ma necessitano e meritano di essere trattate con rispetto della complessità con la quale si manifestano e che talvolta le sottende, In tal senso è ancora quindi più apprezzabile l'ottica interdisciplinare adottata da bandera, sociologa delle organizzazioni, ricercatrice, consulente strategico di imprese e istituzioni, presidente nazionale di EWMD Italia (European Women's Management Development). Infatti, attraverso questo libro l'autrice vuole accompagnare chi ha un ruolo apicale di management e di direzione d'impresa in quel processo di difficile equilibrio di gestione delle organizzazioni confrontandosi con la complessità, la velocità e l'imprevedibilità.
Chi ha un ruolo importante di direzione d'azienda, o di altri tipi di organizzazione, sa bene che è fondamentale alimentare la visione strategica e la comprensione degli scenari attraverso strumenti di lettura e di elaborazione di prospettive di sviluppo interno e di mercati, ridefinire il rapporto con i territori e con gli interlocutori di varia natura e categoria che impattano con il soggetto organizzazione in questione, Comprendere necessità e opportunità e resistenze rispetto al change e al proprio (ri)posizionamento d'impresa. Il tutto in modo coerente con valori e specificità che caratterizzano la propria Organizzazione. Acquista, quindi, particolare interesse - tra le altre - la proposta di Bandera inerente il progetto di cambiamento coevolutivo, secondo la chiave metodologica della "piramide dispiegata". Un sistema questo di diagnosi e propulsività per l'elaborazione e l'agire strategico. Esso è il frutto di processi ritmati dalle tappe della "road map della coevoluzione", le cui fasi e specifiche attività ben identificate, scandiscono i differenti step del processo. Inoltre è un testo che suscita domande, fornisce alcune risposte, ma sopratutto sviluppa e stimola il pensiero e si pone come una significativa bussola anche per l'apprendimento organizzativo, Presupposto fondamentale per cercare poi di fare e cambiare bene.

di Luciana d'Ambrosio Marri
in Panorama Risorse Umane 18 aprile 2019